Che cos'è?
La coronarografia è una metodica che consente di visualizzare direttamente
le arterie (arterie coronariche)
che distribuiscono il sangue ai tessuti che costituiscono il cuore: le immagini
fornite dalla coronarografia vengono registrate
e immagazzinate in modo da conservarle ed eventualmente poterle riutilizzare
in tempi successivi. Presupposto indispensabile alla sua esecuzione è l'introduzione
nel corpo di cateteri attraverso i quali si inietta a livello delle coronarie
una sostanza ( mezzo di contrasto) che consente di visualizzare le arterie
stesse.
Come si esegue?
La coronarografia viene effettuata in ambiente apposito, che viene denominato
Laboratorio di Emodinamica, e in condizioni di sterilità. Il Laboratorio è caratterizzato
dalla presenza, al suo interno, di una strumentazione radiologica dedicata
allo studio del cuore e di tutte le attrezzature necessarie ad affrontare
possibili complicanze che insorgono durante la procedura. Il paziente dovrà avere
in precedenza effettuato un bagno o una doccia ed essere stato sottoposto
alla rasatura dei peli nella zona attraverso la quale verrà introdotto il
catetere. L'esame viene compiuto in anestesia locale, e non è solitamente
accompagnato da dolore.
I cateteri vengono inseriti nell'arteria femorale,
subito al di sotto dell'inguine destro o sinistro e fatti salire fino a
raggiungere (sotto controllo radiologico) le arterie coronarie principali.
Quando le arterie degli arti inferiori risultano ristrette
o chiuse è necessario utilizzare come punto di introduzione dei cateteri
l'avambraccio o il polso destro o sinistro. Tramite il catetere si inietta
il mezzo di contrasto che consente di visualizzare le coronarie su un
apposito televisore (monitor). Le immagini vengono registrate su pellicola
cinematografica o su altri supporti.
La durata dell'esame è in genere
compresa nei 20-30 minuti. In assenza di complicazioni il paziente può alzarsi
il giorno seguente ed essere dimesso uno o due giorni dopo.
A cosa serve e a chi consigliarla?
L'indicazione alla coronarografia deve tenere conto sia della sostanziale innocuità,
in mani esperte, della metodica sia delle grandi possibilità di curare, oggi,
la malattia coronarica con tecniche di cardiochirurgia (by-pass aortocoronarico)
e con tecniche prettamente cardiologiche (angioplastica
coronarica). Oggi,
l'indicazione alla coronarografia si è enormemente ampliata rendendo difficile
la delimitazione di un vero e proprio campo di indicazioni. Più in generale
la coronarografia è indicata nei pazienti con sospetta malattia delle coronarie,
in pazienti che hanno già sofferto di un infarto a livello del tessuto cardiaco
(infarto miocardico) e anche in tutte quelle malattie del muscolo cardiaco
(miocardio) e delle valvole per le quali si renda necessario conoscere approfonditamente
lo stato del circolo coronarico.
Per citare le situazioni più comuni, la coronarografia
viene effettuata: in pazienti con angina (ossia il tipico dolore toracico
causato da "disturbi" nella circolazione coronarica) che non risponda
correttamente alla terapia, pazienti che abbiano angina a riposo o in
seguito a sforzi minimi, pazienti che debbano essere sottoposti alla
cardiochirurgia (es. sostituzione di valvole cardiache, correzione delle
cardiopatie congenite).
Quali sono le possibili complicanze?
L'insorgenza di importanti complicazioni durante o comunque per causa di una
coronarografia è da considerarsi un evento veramente infrequente. La mortalità è inferiore
allo 0.2%, con una incidenza di infarto acuto dello 0.3-0.4%. L'incidenza
di complicazioni locali minori (ematoma nella sede di puntura dell'arteria
femorale) è inferiore all'1%. Naturalmente la probabilità di complicazioni
dipende strettamente dalla gravità della malattia coronarica di base, dalla
capacità del ventricolo sinistro ( una delle camere da cui è composto il
cuore) di contrarsi e di svolgere correttamente le sue funzioni e più in
generale dall'età (quella più avanzata può ovviamente avere maggiori complicazioni)
e dallo salute complessiva del paziente.
|