Il 20% degli episodi ischemici cerebrali ha una patogenesi cardioembolica e la prevalenza è ancora più elevata nei soggetti giovani. L’ecocardiografia transesofagea (ETE) consente l’identificazione di lesioni cardiache potenzialmente emboligene in circa 1/3 di pazienti cerebrovascolari con eco transtoracico normale. L’ischemia cerebrale costituisce pertanto una delle principali indicazioni all’ETE. L’ETE è particolarmente utile nei pazienti con ischemia cerebrale criptogenetica e senza evidenza clinica di cardiopatia. Le più frequenti lesioni cardiache emboligene "occulte" evidenziabili con l’ETE sono rappresentate da trombosi auricolare sinistra, ecocontrasto spontaneo, aneurisma del setto interatriale, forame ovale pervio (PFO), vegetazioni endocarditiche e debris aortici. In particolare il PFO, potenzialmente responsabile di ischemia cerebrale con il meccanismo dell’embolia paradossa, è evidenziabile nel 20-50% dei pazienti con stroke criptogenetico, soprattutto in età giovanile (<45 anni). Debris aortici (aorta ascendente e arco) sono riscontrabili nel 30-40% dei pazienti con ischemia cerebrale, soprattutto in età adulta (>45 anni). In considerazione dell’elevata frequenza di riscontro di PFO e debris aortici una relazione causale tra lesione cardiovascolare emboligena e ischemica cerebrale dovrà essere stabilita nel singolo paziente. Per un favorevole rapporto costo/beneficio l’ETE dovrebbe essere riservato ai pazienti cerebrovascolari in cui il suo esito può avere implicazioni terapeutiche e cioè in quelli con ischemia cerebrale di eziologia inspiegata eleggibili per la terapia anticoagulante o la per la chiusura di PFO o DIA. L’ETE dovrebbe essere sempre eseguito nei pazienti di età <45 anni ed in quelli senza cardiopatia nota. Nei pazienti con cardiopatia nota l’eco transtoracico (ETT) consente l’identificazione di lesioni emboligene nella maggioranza dei casi e l’ETE va riservato a casi selezionati. Nei pazienti adulti (>45 anni) senza cardiopatia nota dovrebbe essere esclusa preliminarmente una patologia dei vasi carotidei riservando l’ETE ai pazienti con ischemia cerebrale criptogenetica. |