CHE COS'È?
La valvola mitrale la valvola che consente, mediante la sua apertura, il
passaggio del sangue dall'atrio sinistro al ventricolo sinistro del cuore.
Per
i pazienti affetti da grave restringimento della valvola mitrale (stenosi
mitralica) è oggi disponibile (ed ampiamente praticata in Italia) una tecnica
non chirurgica di allargamento della valvola chiamata Valvuloplastica Mitralica
Percutanea (VPMP).
COME SI ESEGUE?
La VPMP viene effettuata nel Laboratorio di Emodinamica utilizzando le normali
tecniche di cateterismo cardiaco. Il paziente dovrà avere in precedenza effettuato
un bagno o una doccia ed essere stato sottoposto alla rasatura dei peli nella
zona attraverso la quale verrà introdotto il catetere (inguine destro o sinistro).
Il Laboratorio di Emodinamica si caratterizza
per la presenza di una apparecchiatura radiologica dedicata allo studio del
cuore. Il cateterismo cardiaco viene
così denominato per l'utilizzazione di speciali cateteri adatti allo studio
del cuore. Questi cateteri possono essere introdotti sia a livello delle
vene che a livello delle arterie utilizzando come punto di introduzione la
radice della coscia destra o sinistra (inguine). L'introduzione di questi
cateteri avviene senza tagli, somministrando sotto la pelle un anestetico
locale. Uno speciale catetere (detto di Brockenbrough o di Mullins) viene
introdotto nella vena femorale destra (situata a livello inguinale) al fine
di bucare il tessuto (setto interatriale) che divide gli atri (ossia due
delle quattro camere in cui è diviso il cuore), tecnica denominata "puntura
transettale", e consentire così a
chi esegue la metodica di accedere alla valvola mitrale.
Creato l'accesso si introduce il vero
e proprio catetere dilatatore (solitamente il catetere di Inoue) attraverso
la valvola mitrale. Il catetere di
Inoue (nella foto sotto) ha al suo apice un palloncino ad alta resistenza
che, gonfiandosi, è capace
di produrre uno strappo controllato della valvola, aprendola tanto da ricreare
soddisfacenti condizioni di flusso del sangue, migliorando sensibilmente
le condizioni cliniche del paziente.
La durata della procedura è di
1 ora circa. Il paziente resta immobilizzato a letto fino al mattino successivo.
Se la procedura avviene senza complicazioni, la degenza è di circa 2
giorni.
A COSA SERVE E A CHI CONSIGLIARLA?
I candidati ideali alla VPMP sono i soggetti giovani o comunque di età inferiore
ai 50 anni, affetti da stenosi pura severa, che non sia già calcifica, della
valvola mitrale. Nei soggetti più anziani o che comunque soffrano di una
più estesa compromissione della valvola mitrale questa tecnica è pure consigliabile,
ma si possono ottenere risultati non ideali, con più frequente presenza di
complicazioni. In caso di risultati non ideali il cardiologo valuta caso per
caso e si avvale della consulenza del cardiochirurgo per decidere l'eventuale
intervento chirurgico di sostituzione della valvola. La VPMP è anche consigliabile
quando, pur non sussistendo condizioni anatomiche ideali, i rischi della cardiochirurgia
sono troppo alti (es. paziente con condizioni di salute generale o cardiovascolari
non buone e che ad esempio non consentano l'esecuzione di una anestesia generale
senza gravi rischi). In questo caso il paziente può accontentarsi di un risultato
meno brillante in cambio di un rischio della procedura più basso.
QUALI SONO LE POSSIBILI COMPLICAZIONI?
Nella VPMP sono possibili tre tipi di complicazioni maggiori:
- locali: ematoma compressivo e fistola artero-venosa
in sede di puntura inguinale;
- tamponamento cardiaco da cateterismo transettale (accumulo
di sangue nel pericardio);
- rottura non controllata della valvola mitrale che
può determinare la necessità di un intervento chirurgico di riparazione
o sostituzione della valvola mitrale, eseguito d'urgenza o comunque
in tempi molto brevi.
In linea generale tali complicazioni si
verificano in una percentuale di pazienti inferiore al 5% e sono generalmente
superabili con rimedi medici o chirurgici.
La mortalità è molto bassa, solitamente
compresa tra lo 0 e l'1%.
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