COME SI ESEGUE? Queste vengono eseguite in anestesia generale nei pazienti in età pediatrica, in anestesia locale nei pazienti adolescenti o adulti. È necessario prima di tutto che il paziente venga preparato con un bagno o una doccia e con la rasatura dei peli nella zona di cute attraverso la quale verranno introdotti gli strumenti necessari per effettuare l'esame (cateteri). Il campo operatorio sarà rigorosamente sterile, per cui la cute verrà disinfettata, coperta con teli sterili, il cardiologo operatore e i suoi collaboratori indosseranno camici e guanti sterili per evitare l'introduzione di batteri nell'organismo. Per tale motivo è importantissimo che il paziente, se sveglio, non tocchi la parte di cute sterilizzata, i teli sterili o l'operatore. I cateteri sono appositi strumenti in materia plastica che si introducono generalmente nella vena e/o nell'arteria femorale, poste all'inguine, oppure nei vasi omerali (al gomito), nella vena giugulare interna (a lato del collo), nei vasi dell'ascella o nella vena succlavia (vicino alla clavicola); nei neonati è possibile inserirli attraverso la vena ombelicale. Solitamente i vasi vengono punti con un apposito ago, attraverso il quale viene poi introdotto il catetere. Qualche volta è necessario mettere "allo scoperto" chirurgicamente il vaso con un piccolo taglio sulla cute. Il catetere viene condotto fino al cuore, sotto il controllo radiologico, per poterne studiare le varie cavità (atrii e ventricoli). In ciascuna cavità cardiaca vengono effettuati prelievi per valutare il contenuto di ossigeno e vengono misurate le pressioni. Viene poi effettuata l'angiografia, cioè viene iniettato un liquido (mezzo di contrasto) per visualizzare le cavità cardiache e studiarne l'autonomia, la funzionalità, le malformazioni presenti. Le immagini radiografiche vengono registrate sia su un videoregistratore (o sulla memoria di un computer) per poterle immediatamente rivedere, sia su pellicola cinematografica 35mm, che viene poi sviluppata, così da essere utilizzata per un successivo studio più accurato e per essere conservata in archivio. In alcuni casi è possibile eseguire un cateterismo terapeutico, effettuando la procedura con appositi cateteri che permettono i seguenti interventi:
Per occludere i vasi anomali si ricorre ad appositi strumenti a forma di spirale o di doppio ombrello che vengono portati con gli appositi cateteri e rilasciati nel vaso interessato. Se invece è necessario dilatare vasi o valvole si utilizzano cateteri a palloncino, il cui gonfiaggio per alcuni secondi determina l'allargamento della struttura ristretta. In alcuni casi, dopo la dilatazione di un vaso, si rilascia un apposito tubicino metallico (STENT) per mantenerlo dilatato. Lo STENT rimane nel vaso e viene successivamente ricoperto dai tessuti del paziente; in caso di accrescimento del paziente può essere successivamente redilatato. Al termine dell'esame, il catetere e la cannula vengono ritirati e il vaso (venoso o arterioso) viene sottoposto a compressione manuale per ottenere la chiusura del foro grazie alla coagulazione spontanea del sangue. Nel caso in cui sia stato esposto chirurgicamente, è necessario suturare il vaso e la cute sovrastante (i punti verranno rimossi dopo alcuni giorni). Successivamente si effettua un bendaggio che comprime la parte per evitare per evitare la riapertura del foro sul vaso: è necessario quindi mantenere l'arto immobile per alcune ore; il bendaggio potrà essere rimosso dopo 24 ore. Durante le varie procedure il paziente, anche se sveglio, avverte pochi disturbi: modesto dolore nella sede di somministrazione dell'anestetico locale, una marcata sensazione di calore diffuso a tutto l'organismo nel momento dell'iniezione del mezzo di contrasto, un fugace senso di costrizione toracica nel caso venga effettuata la dilatazione di un vaso o di una valvola. Dopo la procedura è necessario rimanere a letto e digiuni per alcune ore; è possibile bere liberamente. Dopo 1-2 giorni di ricovero sarà possibile essere dimessi dall'ospedale.
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