CHE COS'È?
È la procedura che viene effettuata per prelevare un piccolissimo frammento di
muscolo cardiaco (miocardio) in modo da eseguire sul prelievo stesso l'esame
con il microscopio ed evidenziare così eventuali alterazioni delle cellule che
costituiscono il muscolo cardiaco.
COME SI ESEGUE?
La procedura viene effettuata nel Laboratorio di Emodinamica. Il paziente dovrà avere
in precedenza effettuato un bagno o una doccia ed essere stato sottoposto alla
rasatura dei peli nella zona attraverso la quale verrà introdotto il catetere.
Attraverso un catetere speciale (biotomo) che presenta alla punta una "pinzetta" tagliente
si asportano i frammenti di tessuto miocardico per l'esame microscopico. Generalmente
il biotomo viene introdotto attraverso la vena giugulare interna destra posta
a lato del collo, raramente attraverso un'arteria; qualche volta invece si
utilizzano la vena o l'arteria femorale, poste all'inguine. Il vaso viene punto,
in anestesia locale, con un apposito ago, che viene poi sostituito da una cannula
nella quale viene inserito il biotomo. Questo viene condotto al fino al cuore
sotto il controllo dei raggi X; vengono effettuati più prelievi (in genere
4-5) e i frammenti vengono conservati in un apposito liquido per il successivo
esame col microscopio che verrà effettuato da un altro medico specialista (anatomo-patologo).
Il paziente avverte di solito solo un lieve dolore all'inizio della procedura,
a causa della somministrazione dell'anestetico locale. Talvolta e` possibile
che avverta anche palpitazioni causate dalla comparsa di disturbi nel battito
cardiaco (aritmie) che si verificano quando il catetere entra nelle camere
cardiache (atrii o ventricoli). Il paziente sarà tenuto in osservazione per
24 ore dopo l'effettuazione dell'esame.
A COSA SERVE E A CHI CONSIGLIARLA?
Questo esame si esegue generalmente per ricercare l'origine di alcune malattie
cardiache (miocardiopatie) che si presentano con sintomi e segni non specifici
(scompenso cardiaco, dolori toracici, disturbi del ritmo con cui batte il
cuore) e che sono caratterizzate da una importante riduzione della capacità del
cuore di contrarsi e di fornire così il sangue ai tessuti del nostro organismo.
Queste malattie possono essere causate o da difetti del muscolo cardiaco
stesso o da accumulo di sostanze particolari nel miocardio o da una sua precedente
infiammazione acuta di origine virale o immunitaria (miocardite). Per instaurare
una corretta terapia è necessario conoscere la causa precisa della malattia:
quindi, è spesso indispensabile l'esame con il microscopio delle cellule
miocardiche per ricercare segni di infiammazione o accumulo di sostanze.
Si ricorre alla biopsia miocardica anche per la diagnosi di rigetto nei pazienti
sottoposti a trapianto cardiaco: l'esame microscopico permette di evidenziare
con certezza i segni precoci, così da poter impiegare rapidamente ed efficacemente
i farmaci antirigetto. Per tale motivo la biopsia viene effettuata di routine
e frequentemente, nel periodo immediatamente dopo l'intervento chirurgico
e poi, successivamente, tutte le volte che sorga il sospetto di rigetto.
Può essere necessario effettuare la biopsia per verificare gli eventuali
danni al miocardio causati da farmaci antitumorali, somministrati per curare
tumori evidenziati in altri organi.
QUALI SONO LE POSSIBILI COMPLICAZIONI?
La biopsia endomiocardica è una procedura eseguita con un rischio molto basso.
Le rare complicazioni sono legate al cateterismo cardiaco (ematoma nella sede
della puntura, aritmie raramente gravi, arresto cardiaco) o alla biopsia stessa
(perforazione del cuore con versamento di sangue a livello della sottilissima
membrana che avvolge il cuore detta pericardio e rottura della parete del cuore).
Quest'ultima è la complicazione maggiore: deve essere rapidamente diagnosticata
così da permettere un'attenta osservazione del paziente e l'eventuale terapia
(farmaci, puntura e svuotamento del pericardio). |